Le prostitute della captale indiana stanno protestando per la bassa, a di loro, qualita’ dei preservativi gratuiti che il governo indiano distribuisce loro. Lo riferisce l’agenzia PTI. Le prostitute di Garstin Bastion Road, il quartiere a luci rosse di Delhi, hanno inviato lettere di protesta sia al governo locale che a quello nazionale perche’ i preservativi che le varie organizzazione non governative, grazie a fondi dell’esecutivo per il controllo dell’Aids, distribuiscono loro gratis, sono di pessima qualita’. Le prostitute hanno deciso di manifestare in piazza se il governo non cambiera’ le forniture, anche se dai palazzi dell’esecutivo fanno sapere di non aver ricevuto notizie a riguardo. ”Non sappiamo nulla – ha detto alla stampa Aradhana Johri, il segretario della commissione nazionale di controllo per l’Aids – ha se avessimo qualche segnalazione, non esiteremmo a controllare e a cambiare i preservativi”. Secondo le prostitute, i preservativi che vengono distribuiti non le salverebbero dalle malattie. In India la prostituzione e’ illegale, ma da un po’ di tempo tollerata. Nel quartiere a luci rosse di Delhi, ci sono oltre 100 case di appuntamenti dove vivono circa 5000 prostitute indiane e provenienti da altri paesi limitrofi.
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Mancano i contraccettivi in Bangladesh
Preoccupazione in Bangladesh per la mancanza di contraccettivi. Secondo gli operatori sanitari del paese la carenza di scorte di preservativi, pillole contraccettive, spirali ed altri mezzi di controllo delle nascite, che dura ormai da qualche mese, potrebbe generare conseguenze negative nel prossimo futuro in termini di aumento incontrollato della popolazione. In particolare la mancanza dei preservativi potrebbe anche causare un pericoloso aumento delle malattie a trasmissione sessuale, Aids in primo luogo. Gli abitanti del Bangladesh, Stato che ha la maggiore densita’ di popolazione al mondo, sono cresciuti dell’1,7% nel 2007 raggiungendo oltre i 161 milioni di persone. In base al tasso di crescita attuale, l’Unpf (il Fondo della popolazione delle Nazioni Unite) ha calcolato che entro il 2050 il Bangladesh avra’ circa 254 milioni di abitanti. Secondo i dati forniti da una ricerca del 2007 del Centro demografico e per la salute del Bangladesh, l’uso dei mezzi di contraccezione e’ aumentato notevolmente negli ultimi anni nel paese. Gli ultimi dati forniti dal Dipartimento per la pianificazione familiare mostrano che il consumo medio mensile totale degli abitanti include oltre sette milioni e mezzo di preservativi e quasi nove milioni di pillole contraccettive. Uno studio del Centro di Ricerca per lo Sviluppo Umano, infine, ha evidenziato che circa 160 mila gravidanze non volute sono state causate proprio dalla mancanza o dall’uso improprio dei mezzi di contraccezione. Di queste solo 47 mila si sono concluse con una nascita, mentre negli altri casi sono terminate con un aborto. ”Le procedure per l’approvvigionamento nel paese di nuove scorte di contraccettivi sono state avviate – spiega M.M. Kaiser Rashid, direttore dell’Usaid in Bangladesh – Entro la fine di settembre la situazione dovrebbe essere di nuovo normale”.
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Avranno pure il kamasutra, ma la scienza dice che ce l’hanno piccolo
ho scritto questo articolo nel dicembre 2006. Lo ripropongo ora perché la Durex cita la notizia per la sua campagna di ricerca di collaudatori di preservativi.
Preservativi su misura per gli indiani, per ridurre la percentuale di fallimenti e gravidanze indesiderate. È quanto raccomandato dall’Indian Council of Medical Research di Mumbai (la ex Bombay), dopo aver effettuato uno studio durato ben due anni sulla dimensione media dell’organo sessuale maschile indiano.
Secondo la ricerca, infatti, i preservativi in commercio sul mercato internazionale non andrebbero bene per la maggior parte degli uomini indiani, in quanto troppo grandi. La ricerca, effettuata su 1200 volontari tra i 18 e i 50 anni, ha mostrato che circa il 60% degli uomini indiani ha un pene con dimensioni dai tre ai cinque centimetri inferiori agli standard internazionali utilizzati poi dalle industrie di preservativi per la fabbricazione dei loro prodotti.
Secondo gli esperti dell’Indian Council of Medical Research, in base ai risultati emersi della ricerca, è necessario che per il mercato indiano vengano fabbricati e venduti preservativi ”su misura” per l’uomo medio indiano. Il rischio, infatti, è che preservativi fuori misura possano non assolvere correttamente alla loro funzione e presentare un’elevata percentuale di fallimenti, sia in termini di gravidanze indesiderate che in termini di prevenzione di malattie sessualmente trasmesse, in primo luogo l’AIDS. Un rischio troppo elevato per un paese che conta già quasi sei milioni di contagiati dal virus HIV.
”In effetti preservativi di taglia più piccola sono già in vendita in India – spiega il Dr. Puri del centro di ricerca che ha effettuato lo studio – ma il problema è che sono spesso poco venduti perchè la maggior parte degli uomini indiani si sente imbarazzata ad andare a chiedere preservativi di taglia piccola e quindi acquista quelli normalì’. ”È sbagliato avere vergogna delle proprie misure – commenta invece Sunil Mehra, ex editore della versione indiana della rivista maschile Maxim’s – quello che conta non sono le dimensioni ma l’uso che se ne fa”.
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A Delhi i primi distributori automatici di condom femminili
Gli uomini non li usano e così le donne indiane si organizzano. A Delhi hanno piazzato le prime macchinette distributrici di preservativi femminili. Il fatto è che stanno ovviamente solo nella capitale, poche e messi in bar-locali dove, praticamente, le donne non ci vanno. Forse qualche straniera, ma, come scrive anche la stampa indiana, sarà difficile che le indiane vadano a mettere 100 rupie, circa 2 euro, nella macchinetta per avere 3 preservativi. Ma almeno è un inizio. Il paese vede sempre più aumentare il numero dei malati di AIDS, facendo diventare l’India al secondo posto al mondo dopo il Sud Africa. La cultura dei preservativi quasi non esiste, si usano veramente poco. Qui sotto due link ad articoli sull’uso che in India fanno dei preservativi.
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