Le prostitute della captale indiana stanno protestando per la bassa, a di loro, qualita’ dei preservativi gratuiti che il governo indiano distribuisce loro. Lo riferisce l’agenzia PTI. Le prostitute di Garstin Bastion Road, il quartiere a luci rosse di Delhi, hanno inviato lettere di protesta sia al governo locale che a quello nazionale perche’ i preservativi che le varie organizzazione non governative, grazie a fondi dell’esecutivo per il controllo dell’Aids, distribuiscono loro gratis, sono di pessima qualita’. Le prostitute hanno deciso di manifestare in piazza se il governo non cambiera’ le forniture, anche se dai palazzi dell’esecutivo fanno sapere di non aver ricevuto notizie a riguardo. ”Non sappiamo nulla – ha detto alla stampa Aradhana Johri, il segretario della commissione nazionale di controllo per l’Aids – ha se avessimo qualche segnalazione, non esiteremmo a controllare e a cambiare i preservativi”. Secondo le prostitute, i preservativi che vengono distribuiti non le salverebbero dalle malattie. In India la prostituzione e’ illegale, ma da un po’ di tempo tollerata. Nel quartiere a luci rosse di Delhi, ci sono oltre 100 case di appuntamenti dove vivono circa 5000 prostitute indiane e provenienti da altri paesi limitrofi.
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Agenzia matrimoniale per soli malati di Aids
Due ragazzi del Gujarat, nel nord ovest dell’India, si sono incontrati ad una festa organizzata apposta, si sono piaciuti e si sono sposati. Nulla di strano se non fosse che i neo sposi sono entrambi portatori di Hiv/Aids. Come loro, tanti altri sono riusciti a trovare l’anima gemella nonostante lo status di emarginati che si trovano a vivere per la loro malattia, in un paese che non accetta cosi’ facilmente i diversi. Il matrimonio e’ avvenuto grazie all’intermediazione di una agenzia matrimoniale specializzata nel trovare l’anima gemella ai malati di AIDS. Sono oltre 5,7 milioni i malati di Aids in India, secondo le stime dell’ONU. Il numero pone il paese di Gandhi al primo posto nella classifica dei contagiati. Ed anche se per il governo di Delhi sono ‘solo’ 2,5 milioni, pongono comunque un problema sociale molto forte. In un paese in cui i matrimoni vengono combinati tra appartenenti alla stessa religione, casta, gruppo etnico, status sociale, per coloro che sono emarginati dalla societa’, malati ma anche vedove, trovare l’anima gemella e’ una impresa ardua. E cosi’ negli ultimi anni sono sorte agenzie specializzate e i giornali, nell’inserto della domenica riservato agli annunci matrimoniali, hanno inserito annunci per malati di AIDS e vedovi. L’associazione ”HIV+ Find a Life Partner”, che ha organizzato la festa in Gujarat e gestisce l’agenzia matrimoniale, in quattro anni e’ riuscita a far sposare 300 coppie di malati di AIDS. Ma le richieste sono tante: oltre 1.000 gli uomini che si sono rivolti, meno di cento le donne. Questo si spiega con il fatto che raramente le donne dichiarano la propria malattia, perche’ in questo caso vengono automaticamente prese per prostitute. In realta’ spesso sono vedove. Contagiate dai loro mariti.
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Convocato il parlamento delle prostitute
Le prostitute di Calcutta stanno organizzando finte sessioni parlamentari per denunciare la scarsa attenzione dei legislatori indiani verso la loro condizione e per creare consapevolezza tra la gente. Come una normale sessione legislativa, solo lo speaker o il suo vice possono condurre la discussione, togliendo anche la parola se i membri, che rappresentano 36 organizzazioni, rifiutano di porre fine al loro discorso e possono, se necessario, anche espellere qualcuno. Lo ha spiegato all’agenzia di stampa indiana PTI, Sadhna Mukherjee, una prostituta presidente della ONG locale Durbar Mahila Samanaya Committee. “Abbiamo dei rapporti che rivelano che il governo voglia rendere piu’ stringente l’Immoral Trafficking Prevention Act – ha detto la Mukherjee – prevedendo l’arresto dei nostri clienti, e con azioni penali verso i proprietari degli alberghi o delle case dove lavoriamo, impedendo ai ai figli delle prostitute di usare i loro soldi finchè non abbiano compiuto i 18 anni”. La Mukherjee è portavoce di oltre 65000 prostitute che chiedono il diritto di vivere di lavorare in una delle capitale asiatiche del sesso a pagamento, pratica che la legge indiana vieta esplicitamente. “Il nostro parlamento è una forma di protesta contro la democrazia patriarcale visto che gli operatori del sesso non hanno la possibilità di esprimere la loro condizione nelle camere del parlamento reale” ha aggiunto Swapna Gayen, vice presidente del parlamento delle prostitute, che ha spiegato che le deliberazioni che saranno adottate nel parlamento, verranno poi rese noti ai veri legislatori e diffuse in vari modi nel paese e all’estero, attraverso seminari, convegni, e il giornale organo ufficiale delle prostitute, il Durbar Sambad. Il progetto comunque è di abolire l’Immoral Trafficking Act, la legge anti prostituzione attualmente in vigore, sostituendolo con una nuova legislazione che non taccia gli operatori del sesso come trafficanti immorali.
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Prostitute in marcia per il riconoscimento
Circa 3000 prostitute hanno sfilato oggi per le strade di Calcutta (est dell’India) in occasione del Primo Maggio per chiedere migliori condizioni di lavoro e il riconoscimento del loro status. Lo hanno raccontato testimoni. “Le lavoratrici del sesso vogliono lanciare una campagna in tutta l’India per esigere un riconoscimento giuridico della prostituzione”, ha detto Bharati De, presidente di un’associazione di lotta contro la malattie sessualmente trasmissibili. Le 3000 donne che marciavano nella capitale dello stato indiano del Bengala occidentale, a governo comunista, hanno chiesto infatti di essere trattate come impiegate del settore dello svago e del divertimento, visto che in India la prostituzione è illegale. Qualche giorno fa sempre a Calcutta, le prostitute erano riuscite ad ottenere, al pari degli altri lavoratori, la stipula delle assicurazioni sulla vita. Un passo avanti verso il riconoscimento.
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