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Convocato il parlamento delle prostitute

Le prostitute di Calcutta stanno organizzando finte sessioni parlamentari per denunciare la scarsa attenzione dei legislatori indiani verso la loro condizione e per creare consapevolezza tra la gente. Come una normale sessione legislativa, solo lo speaker o il suo vice possono condurre la discussione, togliendo anche la parola se i membri, che rappresentano 36 organizzazioni, rifiutano di porre fine al loro discorso e possono, se necessario, anche espellere qualcuno. Lo ha spiegato all’agenzia di stampa indiana PTI, Sadhna Mukherjee, una prostituta presidente della ONG locale Durbar Mahila Samanaya Committee. “Abbiamo dei rapporti che rivelano che il governo voglia rendere piu’ stringente l’Immoral Trafficking Prevention Act – ha detto la Mukherjee – prevedendo l’arresto dei nostri clienti, e con azioni penali verso i proprietari degli alberghi o delle case dove lavoriamo, impedendo ai ai figli delle prostitute di usare i loro soldi finchè non abbiano compiuto i 18 anni”. La Mukherjee è portavoce di oltre 65000 prostitute che chiedono il diritto di vivere di lavorare in una delle capitale asiatiche del sesso a pagamento, pratica che la legge indiana vieta esplicitamente. “Il nostro parlamento è una forma di protesta contro la democrazia patriarcale visto che gli operatori del sesso non hanno la possibilità di esprimere la loro condizione nelle camere del parlamento reale” ha aggiunto Swapna Gayen, vice presidente del parlamento delle prostitute, che ha spiegato che le deliberazioni che saranno adottate nel parlamento, verranno poi rese noti ai veri legislatori e diffuse in vari modi nel paese e all’estero, attraverso seminari, convegni, e il giornale organo ufficiale delle prostitute, il Durbar Sambad. Il progetto comunque è di abolire l’Immoral Trafficking Act, la legge anti prostituzione attualmente in vigore, sostituendolo con una nuova legislazione che non taccia gli operatori del sesso come trafficanti immorali.

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I maoisti contro ballerine e Miss Nepal

Il governo maoista del Nepal ha cominciato un’azione moralizzatrice nel paese, con l’obiettivo di ”migliorare i costumi, estirpare la volgarita”’ e ridurre la prostituzione. Nell’ambito di questa campagna, il governo ha imposto la chiusura dopo le 23:00 ai dance bar, i locali nei quali ci sono delle ragazze che ballano, di solito su un palco, muovendosi al ritmo della musica dei film di Bollywood. Secondo il governo maoista, questi locali in realta’ nasconderebbero un racket di prostituzione, che sfrutterebbe ragazze dei remoti villaggi del Nepal reclutate dietro minacce o la speranza di facili guadagni. Ma, come era successo gia’ in India dove a Mumbai e’ stato adottato un provvedimento analogo, queste ragazze, molte delle quali semplici cameriere, si stanno ribellando a questa decisione anche se hanno paura della reazione dei giovani iscritti al partito maoista del premier Prachanda. I giovani maoisti, infatti, organizzano ronde continue soprattutto a Kathmandu e nella valle, obbligando alla chiusura molti locali e spesso aggredendo gestori riluttanti. Secondo molti osservatori, la decisione del governo favorira’ la prostituzione nel paese, perche’ le ragazze che vi sono impiegate dovranno trovare un’alternativa ai soldi che perdono con la chiusura o con la riduzione d’orario. La furia moralizzatrice dei maoisti nepalesi si e’ anche scagliata contro il concorso di Miss Nepal, ufficialmente annullato per questioni di sicurezza. Dopo infiniti rinvii, il governo ha fatto sapere agli organizzatori che non e’ in grado di assicurare la sicurezza al concorso. Ma, come hanno denunciato le aspiranti miss e gli organizzatori del concorso in una conferenza stampa a Kathmandu, la decisione del governo deriva dalla volonta’ della sezione femminile del partito maoista di vietare simili manifestazioni che inculcherebbero falsi miti nelle ragazze.

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Eunuchi e transessuali contro l’infanticidio femminile

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Eunuchi e transessuali indiani in campo per combattere l’infanticidio femminile e l’aborto selettivo. Succede in Tamil Nadu, nel sud dell’India, dove è stata lanciata una forte campagna di sensibilizzazione sul problema nelle provincie di Chennai, Salem, Madurai, Vellore e Coimbatore. Qui la Tamil Nadu AIDS Initiative ha lanciato la campagna governativa Integrated Child Development Service, permettendo agli ‘aravanis’, gli eunuchi, di entrare nei villaggi e diffondere messaggi in favore delle bambine e del loro diritto a nascere, crescere, ricevere assistenza sanitaria e una educazione. Sono mille gli anvanvadi-aravani impegnati in questa prima fase del progetto. Questi mille eunuchi (ma spesso non si tratta di persone con malformazioni alla nascita ma di transessuali) fanno parte di un gruppo più numeroso di circa 200000 aravani impegnati nelle iniziative anti Aids dello stato meridionale del Tamil Nadu. Queste persone sono molto ascoltate in quanto ritenute foriere di buona sorte. Poiché loro stesse sono state sfortunate, attirerebbero su di loro la sfortuna, lasciando invece la fortuna a coloro che visitano. Ecco perché sempre di più sono gli eunuchi che vengono impiegati anche in opere sociali o civili, come la raccolta delle tasse. Gli aravani, spiegano dagli uffici governativi di Chennai, seguono dei seminari di istruzione sia sul problema dell’Aids e poi su quello dell’infanticidio femminile, così da essere preparati dinanzi alla gente, che li ascolta con piacere e curiosità. Nelle cinque provincie interessate dal progetto, la sex ratio, il rapporto tra uomini e donne, è sconvolgente: 1000 uomini per 800 donne, contro qualsiasi statistica mondiale. Gli eunuchi, (‘hijras’ come si chiamano nel nord dell’India), spesso solo travestiti non veri e propri eunuchi nell’accezione che conosciamo, sono una delle comunità più emarginate del Paese. In gran parte provengono da famiglie povere, dalle quali vengono allontanati non appena manifestano i primi segni delle loro inclinazioni sessuali. I rapimenti di bambini di strada da parte di gruppi di eunuchi – che poi li ‘iniziano’ castrandoli con rudimentali operazioni chirurgiche – sono frequenti. Questi si dedicano principalmente ad attività religiose, a chiedere l’elemosina, alcuni son impegnati socialmente, altri in politica, altri nella prostituzione. Agli eunuchi, poi, si aggiungono i transessuali e transgender, non operati, che si dedicano principalmente alla prostituzione. Molti transessuali, oltre a subire discriminazioni dalla gente, vengono discriminati anche dagli eunuchi, non possedendo l’aspetto religioso e di buona fortuna. Ecco perché è stato ancora più difficile per loro far parte dei gruppi di volontariato che stanno girando per il Tamil Nadu.

qui due link con altri pezzi sugli eunuchi eunuchi 1 eunuchi 2

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