Oltre 200 ex bambini soldato hanno oggi lasciato uno dei sette campi in Nepal nel quali gli ex ribelli maoisti li avevano rinchiusi dopo la fine della guerra nel paese con la caduta della monarchia e la proclamazione della Repubblica. E’ il primo gruppo fra 4008 ex bambini soldato, alcuni ormai maggiorenni, che le Nazioni Unite hanno censito tra le fila degli ex ribelli e che avranno dinanzi a loro un’altra vita. Non senza difficolta’: il governo nepalese fino ad oggi non e’ riuscito a mantenere la sua promessa di assicurare un futuro a questi ex soldati tramite aiuti economici, mentre sia i maoisti che le Nazioni Unite si sono impegnati a fornire loro educazione scolastica e lavorativa. La maggior parte di quelli che hanno oggi lasciato il campo di Dudhali, a Sindhuli, nel sud est del paese, con abiti civili nuovi e nuovi documenti, saranno ospitati in alcune strutture delle Nazioni Unite dove seguiranno corsi professionali. Altri hanno raggiunto i loro villaggi di origine. ”Oggi – ha detto durante la cerimonia di commiato Robert Piper, responsabile dell’ufficio Onu di Kathmandu – segniamo il primo passo per il ritorno alla vita civile per migliaia di nepalesi che hanno vissuto in caserme dal 2006. Questa cerimonia e’ un importante pietra miliare nel processo di pace che va avanti nel paese e che speriamo possa realizzarsi velocemente.” A salutare gli ex bambini soldato, esponenti delle istituzioni nazionali e internazionali e della societa’ civile, che hanno partecipato ad una grande festa. Quella di oggi e’ la prima tappa di un accordo siglato nel dicembre scorso tra il Partito comunista maoista, il governo nepalese e le Nazioni unite. In verita’ non tutti quelli che hanno lasciato il campo erano soldati: molti di questi bambini o appena maggiorenni, erano stati reclutati dai maoisti anche per altre funzioni, come lavapiatti, pulitori o portantini. Attualmente, tra gli ex bambini soldati che saranno liberati da qui a 40 giorni, circa 20 sono minori di 16 anni e intorno a 500 hanno meno di 18 anni. Un terzo sono bambine. Il resto, erano minorenni ai tempi dell’inizio del censimento delle Nazioni Unite, nel 2007. Un anno prima, nel maggio del 2006, un mese dopo la caduta della monarchia e la nascita della Repubblica, i maoisti firmarono con gli altri partiti un accordo con il quale si impegnavano a non reclutare piu’ bambini soldato. Una promessa mai mantenuta. Secondo l’ufficio delle Nazioni Unite in Nepal e l’ultimo rapporto (2008) dell’organizzazione non governativa Child Soldiers, 1576 bambini sono stati reclutati dai maoisti dopo l’aprile 2006, 896 solo nel mese di novembre. Circa 527 bambini sono riusciti a scappare o sono stati poi liberati grazie all’impegno delle loro famiglie. Il reclutamento era semplice: i maoisti rastrellavano tutti i villaggi chiedendo ad ogni famiglia una persona con lo slogan di ”almeno uno per i maoisti”. I genitori venivano spesso forzati a lasciare andare i loro figli, anche perche’ i maoisti assicuravano loro un lavoro. Molti venivano presi dalle scuole, dove i maoisti, dopo aver preso in ostaggio il corpo docente, eseguivano un indottrinamento. Dopo l’inizio del processo di pace, gli ex ribelli maoisti riuscirono anche ad aumentare il numero dei bambini soldato reclutati promettendo loro un lavoro nel nuovo esercito nepalese. Molti di quelli che hanno lasciato il campo oggi hanno promesso di continuare a lavorare per la causa maoista in Nepal.