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Praga meglio di New Delhi nella ricerca farmaceutica

Di seguito riporto un articolo de Il Sole 24ore pubblicato ieri a pagina 28, a firma di Micaela Cappellini. L’articolo è reperibile anche qui in formato pdf, dove ci sono anche i grafici. Credo che questo articolo faccia cadere un altro mito nell’ambito dell’economia mondiale che vede l’India meta privilegiata per questo tipo di ricerche.

Repubblica Ceca, Polonia, Sudafrica. È qui che si fa l’innovazione nel campo della farmaceutica e delle tecnologie per la salute. Qui molto meglio che in Cina o in India. Anche se,quando si parla di delocalizzazione della ricerca e sviluppo, la mente va subito ai due giganti asiatici. Dalla loro hanno la dimensione, ma, a conti fatti, offrono una performance minore rispetto a gioielli più piccoli, ma più scintillanti, fra i Paesi emergenti. A sostenerlo sono gli analisti di Deloitte, che hanno elaborato un pacchetto di indicatori per misurare il livello di innovazione nel campo della salute da parte dei Paesi emergenti. Tabelle che tengono conto della presenza di laboratori per la ricerca, di personale specializzato, ma anche di tutela dei brevetti, di capacita di tradurre un’innovazione in un prodotto commercializzabile, di catena di distribuzione, di ambiente di business. Il risultato è chiaro: Repubblica Ceca, Polonia, Sudafrica, ma anche Corea del Sud e Singapore, battono Pechino e New Delhi e si avvicinano molto agli standard europei o statunitensi. “Molti test clinici a livello globale vengono già fatti in Repubblica Ceca – spiega Roberto Go, responsabile della divisione Life Sciences and Health Care di Deloitte – qui sono presenti Sanofi Aventis, che ha recentemente acquisito Zentiva,e Teva”. Varsavia, invece, se la cava molto bene sul fronte dello sviluppo clinico, mentre Pretoria ha saputo creare eccellenti sinergie tra le università e i laboratori di ricerca industriali. “Tra le compagnie da tenere d’occhio in Polonia – continua Go – ci sono la Polpharma e la. Polski Holding Farmaceutyczny, mentre in Sudafrica meritano attenzione la Adcock Ingram e la Aspen Holdings”. Più note le potenzialità nel campo della ricerca di altri due emergenti, la Corea del Sud e Singapore. E i risultati si vedono: “La Pfizer – ricorda Go – ha già investito 300 milioni di dollari nella R&S a Seul. Mentre per la prima volta una società sudcoreana, la LG Lifesciences, ha ottenuto l’approvazione da parte dell’Fda, l’ente di controllo dei farmaci Usa, per la commercializzazione negli Stati Uniti della sua Gemifloxacina, per la terapia delle infezioni dell’apparato respiratorio”. Anche vantaggi che offre Singapore sono molteplici: “Dalla disponibilità di venture capital – conclude Go – alle leggi per la protezione dei brevetti, fino a un’ampia disponibilità di ricercatori professionisti”.

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Negato al Dalai il visto Sudafricano

Il Dalai Lama si è visto negare il visto d’ingresso in Sudafrica, dove avrebbe dovuto prendere parte a una conferenza di Premi Nobel per la Pace. Lo dicono i media sudafricani, che adombrano presunte pressioni della Cina sul governo di Pretoria. Il leader spirituale tibetano era atteso a una conferenza dei Nobel della pace insieme ai “padroni di casa”, Desmond Tutu, Nelson Mandela e F.W. de Klerk e al mediatore Onu Martti Ahtisaari. Secondo il domenicale sudafricano ‘Sunday Independent’, la decisione è dovuta a pressioni cinesi ed avrebbe indotto Tutu a chiedere spiegazioni, minacciando di uscire dalla conferenza sbattendo la porta. Il giornale scrive che l’ambasciata cinese in Sudafrica ha confermato di aver fatto appello al governo di Pretoria perché non permetta al leader tibetano in esilio di entrare nel Paese. Il portavoce del ministero degli esteri, Ronnie Mamoepa, ha detto da parte sua che “il Sudafrica non ha rivolto alcun invito al Dalai Lama”. Secondo l’associazione internazionale Friends of Tibet, “il bando a sua santità (il Dalai Lama) è una beffa per lo spirito della conferenza di pace”.

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