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Bonus a uomini per sposare vedove, protestano le donne in Nepal

L’idea del governo nepalese di offrire un bonus di 50.000 rupie (circa 460 euro) a uomini che accettino di sposare vedove non è stata bene accolta dalle organizzazioni femminili locali che hanno organizzato oggi nel centro di Kathmandu una manifestazione di protesta. Pochi giorni fa l’esecutivo ha inviato al Parlamento un provvedimento in base al quale il ministero delle Finanze verserebbe la somma entro 30 giorni dalla registrazione del matrimonio, in una iniziativa mirante, secondo le autorità, a rompere l’ostracismo di cui le vedove sono vittime. Kunda Sharma, tesoriera dell’organizzazione Donne per i diritti umani (Whr), ha dichiarato ai media locali che su questa “decisione non siamo state consultate, e abbiamo cominciato a ricevere telefonate di protesta 15 minuti dopo la diffusione della notizia”. Così, al grido di slogan come “non potete vendere le vostre madri” e “non vogliamo le doti del governo” centinaia di donne, vedove ma anche nubili, hanno sfilato per le vie del centro, verso la residenza del primo ministro. Lily Thapa, fondatrice del Whr, ha duramente respinto il progetto replicando che “noi non siamo commodities e non accettiamo un simile trattamento. Questa nuova politica viola il nostro diritto a vivere con dignità”. Uno dei punti deboli del provvedimento sarebbe, secondo le organizzazioni femminili, che esso potrebbe spingere un uomo a sposarsi con una vedova per ricevere il bonus e poi abbandonarla di nuovo al suo destino. Shankar Adhikari, portavoce del ministero delle Finanze, ha però obiettato che, sicuramente, le donne nepalesi “hanno il diritto di vivere come vogliono, ma in Nepal le vedove sono spesso disprezzate, ed è questo ciò che ci proponiamo di cambiare”. Ma la Whr insiste che questo approccio non fa altro che complicare il problema e che il governo dovrebbe “favorire l’occupazione di un membro della famiglia della vedova, o stabilire per essa un contributo mensile, o ancora ideare misure sanitarie, alimentari e scolastiche che allevino il peso finanziario della famiglia”.

fonte: Ansa

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Agenzia matrimoniale per soli malati di Aids

Due ragazzi del Gujarat, nel nord ovest dell’India, si sono incontrati ad una festa organizzata apposta, si sono piaciuti e si sono sposati. Nulla di strano se non fosse che i neo sposi sono entrambi portatori di Hiv/Aids. Come loro, tanti altri sono riusciti a trovare l’anima gemella nonostante lo status di emarginati che si trovano a vivere per la loro malattia, in un paese che non accetta cosi’ facilmente i diversi. Il matrimonio e’ avvenuto grazie all’intermediazione di una agenzia matrimoniale specializzata nel trovare l’anima gemella ai malati di AIDS. Sono oltre 5,7 milioni i malati di Aids in India, secondo le stime dell’ONU. Il numero pone il paese di Gandhi al primo posto nella classifica dei contagiati. Ed anche se per il governo di Delhi sono ‘solo’ 2,5 milioni, pongono comunque un problema sociale molto forte. In un paese in cui i matrimoni vengono combinati tra appartenenti alla stessa religione, casta, gruppo etnico, status sociale, per coloro che sono emarginati dalla societa’, malati ma anche vedove, trovare l’anima gemella e’ una impresa ardua. E cosi’ negli ultimi anni sono sorte agenzie specializzate e i giornali, nell’inserto della domenica riservato agli annunci matrimoniali, hanno inserito annunci per malati di AIDS e vedovi. L’associazione ”HIV+ Find a Life Partner”, che ha organizzato la festa in Gujarat e gestisce l’agenzia matrimoniale, in quattro anni e’ riuscita a far sposare 300 coppie di malati di AIDS. Ma le richieste sono tante: oltre 1.000 gli uomini che si sono rivolti, meno di cento le donne. Questo si spiega con il fatto che raramente le donne dichiarano la propria malattia, perche’ in questo caso vengono automaticamente prese per prostitute. In realta’ spesso sono vedove. Contagiate dai loro mariti.

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Le vedove vendute in India dai suoceri

Vedove vendute o utilizzate come schiave per fare i lavori piu’ pesanti o umili. E’ la tradizione indiana della ”Ruka” tuttora esistente nella comunita’ di Handi Koracha, nell’India meridionale, che vive al confine tra gli stati del Karnataka e dell’Andhra Pradesh, secondo la quale, al momento del matrimonio i genitori dello sposo regalano alla sposa un sacchetto con delle monete. Questa e’ considerata una promessa solenne da parte di lei che sara’ al servizio del marito e dei suoceri per tutta la vita. In caso di morte del marito i suoceri sono quindi legittimati a venderla o cederla a terzi, se non ne hanno piu’ bisogno o se ritengono che mantenerla sia troppo dispendioso. Le vedove vendute vengono poi utilizzate dai loro nuovi padroni per pulire i maiali o per altri lavori simili. ‘’E’ ancora una pratica molto diffusa – ha raccontato al Times of India Sunkappa, un vecchio membro della comunita’ – ancora oggi si fa una vera e propria compravendita di vedove’’. Il Governo indiano, al corrente di questa situazione, ha in piu’ occasioni promesso di intervenire ma finora nulla sembra essersi mosso. Il Ministro per il welfare indiano, D. Sudhakar, ha detto di essere rimasto scioccato nell’apprendere dell’esistenza di queste pratiche e di voler provvedere per fornire a queste donne sventurate case ed assistenza, oltre a promuovere campagne di sensibilizzazione e di istruzione nell’ambito della comunita’ Handi Koracha. Ma sono in molti a denunciare il fatto che, ad li la’ delle parole e delle promesse, il problema non e’ mai stato seriamente affrontato. Numerose organizzazioni non governative stanno da tempo occupandosi del fenomeno. Wimochana, una ONG di Bangalore, ha condotto lo scorso anno uno studio sulla diffusione della ‘’Ruka’’. ‘’Non e’ stato facile ottenere dei risultati significativi – spiega Madhu Bhushan, membro della ONG Wimochana – perche’ la gente e’ ancora reticente a parlarne. C’e’ una sorta di omerta’. Comunque stiamo lavorando per cercare di creare consapevolezza del problema fra la gente, anche se e’ il governo che dovrebbe fare dei passi in avanti per educare questa comunita’ e sradicare queste assurde pratiche, frutto soprattutto dell’ignoranza’’.

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