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Il (mio) silenzio sull’attentato di Mumbai

Molti di voi, e vi ringrazio, mi hanno lasciato messaggi tra il blog e facebook, oltre a telefonate ed email, preoccupati per i fatti di Mumbai. Qualcuno si è anche chiesto sul blog perchè non ho riportato notizie sugli avvenimenti, lasciando invece la pubblicazione di notizie “frivole”. I motivi sono due: il primo è che ero in vacanza e il secondo è che sono stanco di scrivere di morti. Per il primo motivo, vi rimando ad un post che scriverò nei prossimi giorni. Sono appena tornato da una settimana di vacanza da un posto meraviglioso, un paradiso terrestre. Vi racconterò poi. Il secondo motivo è meno frivolo. Sono stanco di parlare di morti. Sono stanco di scrivere e cercare di far capire che questo paese non è quella democrazia più grande del mondo che si vuol disegnare, che è quel bengodi degli investimenti stranieri, che è il paese dove si campa divinamente. Basta digitare “bombe” nel motore di ricerca interno del blog per trovare diversi articoli a riguardo. Chi mi segue da tempo sa che ho sempre cercato di raccontare un’India diversa dall’iconosgorafia e dalle immagini oleografiche solite, diversa dalle “speranze indiane”. Ma la mia è un’azione donchisciottesca. Resteranno sempre le “speranze indiane”. Non per questo mi arrendo, ma non voglio dare pubblicità ai terroristi, non più di quanto non abbiano già avuto sui media di tutto il mondo. Io cerco di raccontare l’India come la vedo, com’è, le grandi notizie le leggete dovunque (molto spesso sono mie…). Sulla faccenda di Mumbai, bhè, posso dirvi che due settimane fa ero al Taj Mahal Palace con moglie e figlia. Hanno perquisito anche la mia bambina di nemmeno due anni prima di farla entrare. Ma sui controlli indiani ho già scritto nel blog. Quando consiglio ai turisti di fare attenzione, di evitare luoghi affollati come mercati o altro perchè pericoloso, vengo tacciato di voler spaventare la gente. Ecco, li voglio spaventare. Si è visto. Per me e per molti amici che vivono qui, la “speranza indiana” è quella di riportare salva la pellaccia a casa. Cosa che, di questi tempi in India (ma anche da un po’ di tempo) non è poi così sicura. Facciamo vita da reclusi, non possiamo andare nei centri commerciali, nei ristoranti degli alberghi (che sono i migliori), nei mercati. Già un paio di bombe a Delhi sono esplose non lontane da me. A Pushkar la fiera è stata sottotono anche per le bombe. Ma si può campare così? No. La cosa che mi fa più paura è che gli indiani hanno l’atomica. Ma come la proteggono? come hanno fatto con le città? Poveri noi.

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Di nuovo bombe a Delhi. E, come l’altra volta, una mi è esplosa vicino. Non c’è due senza tre?

Tornano alti l’allarme e la paura in India, dopo le cinque bombe esplose, altre due trovate non esplose, stasera a New Delhi, in tre mercati molto affollati. Bombe di piccolo potenziale, posizionate in posti strategici dove il sabato sera centinaia di indiani e anche molti stranieri si ritrovano. 18 le vittime, anche se alcune fonti parlano di 20 morti, oltre 80 i feriti delle cinque bombe esplose a partire dalle 18.15 in un lasso di tempo di 45 minuti. Due le rivendicazioni: Indian Mujahedin e SIMI, lo Student Islamic Movement of India, due gruppi legati fra loro che hanno rivendicato anche gli ultimi attentati in India del luglio scorso a Bangalore e Ahmedabad. La prima bomba e’ esplosa al Gaffar Market di Karol Bagh, altre due a Connaught Place, considerato il centro anche geografico della citta’. Le ultime due sono esplose a Greater Kailash 1, M-block, una zona piena di ristoranti e negozi molto frequentati anche da stranieri. Una bomba non esplosa e’ stata rinvenuta sempre a Connaught Place dinanzi al Regal Cinema, uno dei cinema piu’ famosi e vecchi della citta’; la seconda bomba inesplosa e’ stata trovata al Gate of India, il monumento ai caduti che si trova nel quartiere dei ministeri, sulla stessa strada del palazzo presidenziale. Quest’ultima bomba e’ stata trovata nei pressi del laghetto e del giardino dove di solito giocano i bambini. Il basso potenziale delle bombe, il fatto che le due non esplose siano state posizionate in luoghi molto frequentati anche da bambini, fa pensare che l’intento dei terroristi sia stato solo quello di spaventare il paese, di far capire che possono colpire dovunque e comunque. Le due rivendicazioni inviate ad organi di stampa via mail da Mumbai parlano la stessa lingua. Si riferiscono ad azioni gia’ passate e, soprattutto il SIMI, fa riferimento alle operazioni BAD, dalle iniziali delle citta’ dove ci sono stati gli ultimi attentati: Bangalore (7 bombe, due morti il 25 luglio), Ahmedabad (17 bombe, 45 morti il 26 luglio) e Delhi oggi. ”Feramteci se siete capiaci” e’ scritto nella rivendicazione. I terroristi del SIMI indicano in Mumbai il prossimo obiettivo. Anche per gli ultimi attentati, ci sono state le rivendicazioni di entrambi i movimenti. Le bombe sono state piazzate in cestini della spazzatura, probabilmente azionate da timer. Nei precedenti attentati, da Jaipur a maggio (con 63 morti) fino a quelli di Ahmbedabad a luglio, le bombe erano state portate anche su biciclette. La polizia indiana, che ha messo in stato di allerta il paese intero, ha arrestato due persone a Connaught Place e ha preso un ragazzo di dodici anni, all’inizio creduto uno di coloro che hanno portato le bombe, poi tenuto sotto interrogatorio come testimone. Il governo indiano ha condannato in massa l’attentato e ha convocato una riunione di emergenza. Da mesi l’attenzione e’ alta nel paese. Dopo che si era fatto sentire molto il terrorismo islamico di matrice separatista soprattutto kashmiro, anche legato anche ad AL Qaeda, da qualche mese si e’ rifatto vivo il terrorismo interno nel paese che, dopo aver colpito i tre stati che sono guidati dal partito del BJP dei fondamentalisti hindu (Rajasthan, Karnataka e Gujarat), ha colpito la capitale, nella quale l’ultimo devastante attentato era stato ad opera dei separatisti islamici filo Al Qaeda, avvenuto ad ottobre del 2005. Anche in quella occasione furono piazzate sette bombe in mercati affollati di sabato sera, ma i morti furono oltre 70, anche perche’ le bombe erano di alto potenziale. Il SIMI e’ stato responsabile di diversi attentati in India fra cui quello sanguinosissimo alla metropolitana di Mumbai (l’ex Bombay), che nel 2006 fece 185 morti.

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