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Addio

La transizione è avvenuta. A malincuore abbandono la nave. Non ce la faccio a gestirne due, la Cina è grossa e impegna. Il blog rimarrà attivo, ma non rispondo ai commenti,s egnalazioni o email. L’India è purtroppo lontana. Come mi diceva sempre un mio amico di Benares, “tu puoi lasciare l’India ma l’India non ti lascerà mai”. E io rispondevo, “salutam ‘a soreta”.
Vi lascio con i consigli per la lettura. Abbonatevi e leggete quotidianamente il sinonapoletano di partecinesepartenopeo.wordpress.com. Mi fa simpatia e pare una brava persona. Saluti a tutti, Namastè.
p.s.: non leggerà ne i commenti ne le mail, per cui non vi aspettate risposte.

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Condannato a morte il terrorista dell’11 settembre indiano

E’ stato condannato a morte Mohammed Ajmal Amir Kasab, l’unico terrorista sopravvissuto del commando che a novembre del 2008 attaccò alcuni alberghi ed altri siti di Mumbai facendo 166 morti. L’accusa aveva chiesto la pena di morte per il militante pachistano di 22 anni. “Un simile mostro non merita altro che la pena capitale” aveva detto il pubblico ministero Ujjiwal Nikam nella sua requisitoria. “Se a Kasab sarà inflitta una pena inferiore, l’India rischia di diventare un obiettivo facile per ogni tipo di gruppo terroristico” aveva aggiunto. Kasab è stato ritenuto colpevole di oltre 80 capi di accusa, tra cui insurrezione armata contro lo stato, cospirazione e pluriomicidio e sarà ucciso per impiccaggione. In India la pena di morte è praticata con l’impiccagione. L’ultima esecuzione è avvenuta in una prigione di Calcutta nel 2004 dopo un lasso di tempo di nove anni. Nel braccio della morte ci sono attualmente 50 detenuti, la cui esecuzione capitale è stata sospesa in seguito alla richiesta di grazia presentata al presidente della repubblica.

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In vigore legge su scuola obbligatoria per bambini

Pare non sia un pesce d’aprile. Da ieri è in vigore in India la legge per l’istruzione obbligatoria dei bambini. Qui l’articolo di Orientalia4all per maggiori informazioni.

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Da domani il censimento indiano

Tutto è pronto per la realizzazione a partire da domani di uno degli esercizi demografici più importanti della storia: il censimento della popolazione dell’India. Lo sottolineano oggi a New Delhi i media nazionali. Il Censimento 2011 sarà il 15/o realizzato nella storia del paese. Dieci anni fa, il risultato fu di una popolazione di un miliardo e 28 milioni di persone, cifra che sarà ampiamente superiore questa volta, anche per l’alto tasso di natalità esistente nel territorio indiano. La prima persona che riempirà il prospetto preparato per il censimento sarà la presidente, Pratibha Patil, seguita dal vicepresidente, Hamid Ansari. Un vero e proprio esercito di 2,5 milioni di addetti si occuperà per tre mesi dei rilevamenti che dovranno servire anche alla formazione, per la prima volta, di una anagrafe nazionale, o National Population Register, attraverso cui poter consegnare ai cittadini una carta di identità nazionale.

fonte: ANSA

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Sania Mirza sposa un pachistano e sfida la comunità

Una delle love story più appassionanti e diplomaticamente difficili d’Asia meridionale, quella della tennista indiana Sania Mirza e del giocatore di cricket pakistano Shoaib Malik, sta per dare i suoi frutti perché i due fidanzati hanno annunciato che si sposeranno l’11 aprile a Hyderabad (Stato indiano di Andhra Pradesh). “Sì ci sposiamo – ha detto raggiante la tennista che, di religione musulmana, ha avuto spesso problemi in patria – e le nostre famiglie sono molto contente”. Da parte sua Malik ha scelto il social network Twitter per confermare la notizia del matrimonio e per ringraziare i suoi sostenitori “per tutto l’appoggio fornito al nostro progetto di vita”. Per non alimentare le possibili polemiche dovute al fatto che le relazioni fra Islamabad e New Delhi non sono delle migliori a causa di atti di terrorismo e contestazioni territoriali, la coppia ha deciso di risiedere a Dubai. Frequentatrice dei tornei WTA di tutto il mondo Mirza, 23 anni, ne ha anche vinto uno nel 2005 riuscendo a salire fino al 27/o posto della classifica mondiale, mai più raggiunto successivamente. Nel 2008 un avvocato la denunciò per vilipendio alla bandiera perché durante un torneo in Australia l’aveva vista seguire un match con un piede appoggiato al tricolore indiano. In precedenza aveva avuto problemi con i fondamentalisti musulmani per aver girato uno spot in una moschea e per aver giocato con pantaloncini corti. Atteggiamento questo che gli procurò anche una ‘fatwa’ avversa (editto religioso islamico). Da parte suo il futuro sposo, che ha 28 anni, è molto conosciuto nel mondo del cricket, anche se di recente è stato punito con una interdizione di 12 mesi dai responsabili della nazionale del Pakistan per scarso rendimento.

fonte: ANSA

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Bollywood e Hollywood contro la pirateria

Bollywood e Hollywood, le due principali industrie cinematografiche del mondo, hanno deciso di unire i loro sforzi contro i Ddv piratati e i film scaricati da Internet. La Motion Picture Association of America (Mpaa) e sette principali produttori cinematografici indiani hanno infatti formato un’alleanza sullo spinoso tema. Secondo la stampa indiana la decisione è stata annunciata ieri durante un seminario a Mumbai dedicato agli operatori del settore. Nell’accordo saranno coinvolti anche gli organi di polizia, i cinematografi e i fornitori di connessioni Internet. La riproduzione illegale di film in India è ampiamente diffusa e anche tollerata dalle autorità locali. In base a stime contenute in un rapporto del 2008 realizzato da US-India Business Council e dalla società di ricerche di mercato Ernst and Young, si ritiene che Bollywood abbia perso quasi oltre 950 min di dollari e oltre mezzo milione di posti di lavoro a causa dei DVD piratati. I film illegali rappresentano in India il 60% del totale del mercato, secondo una ricerca di KPMG. Larga parte di questi, carpiti nelle multisale con l’uso di telecamere digitali.

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No dal Pakistan a film indiano

India e Pakistan, paesi confinanti dalle pessime relazioni, continuano a duellare a distanza anche sul grande schermo. Il film indiano “Lahore”, infatti, è incappato nella censura di Islamabad e non potrà essere proiettato nelle sale pachistane. Il produttore del film, Vivek Khatkar, ha rivelato che le autorità pachistane ne hanno bloccato la distribuzione sostenendo che esso “mette in cattiva luce l’immagine del Pakistan” e anche perché sostanzialmente contrarie al titolo stesso di “Lahore”. Parte delle scene sono state girate nella capitale culturale pachistana da una troupe straniera in quanto gli indiani non hanno potuto ottenere i visti d’ingresso in tempo per le riprese. La trama del film, diretto dal regista debuttante Sanjay Puran Singhj Chauhan, racconta una storia di amicizia sportiva tra un campione indiano di kickboxing e uno pachistano, storia che travalica le differenze religiose e politiche. Va detto che il governo di Islamabad ha consentito solo dal 2008 la distribuzione dei film di Bollywood, molto popolari tra il pubblico pachistano. Lo scorso settembre “Lahore” è stato presentato in anteprima europea al Salento International Film Festival dopo aver ottenuto diversi riconoscimenti internazionali e Aanaahad ha ottenuto il premio per il miglior attore emergente nel ruolo del protagonista, Veeru. Nel cast del film, distribuito dall’americana Warner Bros Picture e uscito da ieri nelle sale indiane, c’é anche l’attrice pacifista ed ex-Miss India, Nafisa Ali, ritornata sul grande schermo dopo una lunga assenza.

fonte: ANSA

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Rispo a prezzo politico per i poveri

Un comitato ministeriale ha varato un disegno di legge contro la povertà che prevede la distribuzione in India di riso a prezzo calmierato per milioni di famiglie indigenti. Lo riferisce oggi la stampa indiana. Il provvedimento, noto come “National Food Security Bill”, stabilisce la distribuzione di 25 chili di riso al mese al costo di 3 rupie (circa 5 centesimi di euro al chilo) per ogni nucleo famigliare che vive al di sotto della soglia di povertà stabilita dal governo indiano. Secondo questo criterio in India vi sono circa 60 milioni di famiglie, ossia 300 milioni di persone. Il disegno di legge dovrà ora passare al vaglio del consiglio dei ministri e poi essere presentato al Parlamento per l’approvazione. La legge era una delle promesse principali dell’agenda elettorale del partito del Congresso che oggi guida la maggioranza di governo e che ha messo la lotta alla povertà come una delle priorità della sua politica nazionale. Tuttavia la grave siccità che ha colpito la produzione agricola nel 2009 e l’aumento dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari aveva ritardato la preparazione della legge. La presidente della repubblica Pratibha Patil aveva richiamato l’attenzione del governo sulla necessità di mantenere fede alle promesse elettorali.

fonte: ANSA

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Du iu spik inglish?

L’India e’ il paese al mondo dove si parla di piu’ inglese dopo gli Stati Uniti. Gli anglofoni sono 125 milioni, anche se rappresentano solo il 10% circa della popolazione indiana. A tracciare oggi un quadro del groviglio di lingue parlate nel grande paese asiatico e’ l’edizione domenicale di The Times of India, che pubblica i dati dell’ultimo censimento su bilinguismo e trilinguismo nazionale. Dalle statistiche risulta che l’inglese e’ l’idioma piu’ diffuso dopo l’hindi, la lingua usata dal governo nei documenti ufficiali. L’hindi e’ parlato da ben 552 milioni di persone concentrate a New Delhi e negli stati settentrionali. La costituzione indiana riconosce altre 21 lingue nazionali, mentre i dialetti sono diverse centinaia. Secondo il rapporto 255 milioni di indiani parlano almeno due lingue, mentre oltre 87 milioni sono trilingue, ma quanti praticano l’inglese, lasciato in eredita’ dai colonizzatori britannici, sono 125 milioni di indiani, il doppio della popolazione del Regno Unito. Al terzo posto della Torre di Babele indiana si colloca il Bengali, parlato da 91 milioni di abitanti dello Stato orientale del Bengala Occidentale. Infine, circa 85 milioni di indiani parlano Telugu e lo stesso numero si esprime in Marathi, praticato a Mumbai.

fonte: ANSA

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Approvata la legge sulle quote rosa

L’India ha segnato oggi (ieri, ndr) una tappa storica della sua vita politica con l’approvazione da parte del Rajya Sabha (Senato) di una legge di riforma costituzionale che prevede una ‘quota rosa’ del 33% per il Parlamento nazionale e per le Assemblee legislative dei differenti Stati. Dopo 13 anni di complesse discussioni, e dopo che il dibattito sul provvedimento era naufragato ieri, Giornata Internazionale della Donna, per il boicottaggio di piccoli gruppi di opposizione, la maggioranza guidata dal partito del Congresso di Sonia è riuscita oggi ad imporre la propria volontà e a far approvare il testo con 186 voti contro 1. Ora il provvedimento dovrà essere discusso e approvato anche dall’altro ramo del Parlamento, il Lok Sabha, dove però il Congresso ha una solidissima maggioranza, e quindi dalle assemblee dei 28 Stati dell’Unione. La discussione sulla legge, che mette ancora una volta sotto i riflettori il comportamento di quella che è conosciuta come la più grande democrazia del mondo, ha avuto momenti di forte tensione, al punto che per la prima volta nella storia del Rajya Sabha, sette dei suoi membri che erano stati sospesi sono stati portati fuori a forza dalla polizia. “Sono molto felice e soddisfatta”, ha detto Sonia Gandhi alla tv CNN-IBN dopo l’approvazione della legge. “Abbiamo aspettato cosi tanto per vedere finalmente diventare realtà questa legge che mi sta particolarmente a cuore – ha sottolineato – perché è frutto dell’ispirazione di mio marito Rajiv”. “Sono felice per il partito e per tutte le donne indiane”, ha aggiunto sorridendo. Per quanto riguarda le contestazioni in Parlamento di alcuni partiti regionali, la Gandhi ha detto di sperare “che in futuro coloro che non ci hanno appoggiati ci capiranno”. Da parte sua il premier indiano, Manmohan Singh, ha definito la giornata “uno storico passo avanti” verso “il rafforzamento del processo di emancipazione” delle donne indiane. Una volta definitivamente approvata, la nuova legge quadruplicherà il numero di seggi per le donne al Senato composto da 250 membri, mentre le rappresentanti del sesso femminile passeranno alla Camera (545 seggi) dalle attuali 59 a ben 181. (ANSA). Dopo l’indipendenza le donne non hanno avuto molto spazio in India, se si eccettua la figura di indira Gandhi, diventata premier quale figlia del primo capo di governo indiano, Jawaharlah Nehru. Nonostante i suoi 16 anni al potere, Indira non ha fatto molto per la promozione della condizione femminile. La situazione è però cambiata negli ultimi anni. Una donna é infatti presidente della repubblica, un’altra presidente della Camera, mentre la donna considerata più potente in India e l’italiana Sonia Gandhi, presidente del partito del Congresso.

fonte: ANSA

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