Nessuna notizia su passaggio fiaccola in Tibet

Le autorita’ cinesi hanno continuato oggi a mantenere il silenzio sul passaggio della fiaccola olimpica dalla tormentata regione del Tibet, teatro nei mesi scorsi di manifestazioni anticinesi sfociate in alcuni casi in violenze. La fiaccola e’ passata oggi da Urumqui, la capitale della Regione autonoma del Xinjiang, dove rimarra’ fino a venerdi’ prossimo, facendo ipotizzare che raggiungera’ il Tibet sabato 21 giugno. Severe misure di sicurezza sono state imposte a Kashgar, la citta’ ai confini con Pakistan ed Afghanistan dove in passato sono stati attivi gruppi militanti della minoranza musulmana degli uighuri. Nicholas Becquelin, un attivista di Human Rights Watch basato ad Hong Kong, afferma in una email che ”nei tre mesi passati un divieto totale e’ stato imposto alle attivita’ religiose e ai raduni di piu’ persone al di fuori delle moschee controllate dallo Stato, come grandi celebrazioni per i matrimoni (che spesso implicano, danze, musica e preghiere) e ai pellegrinaggi nei luoghi ritenuti sacri dai musulmani”. Testimoni riferiscono che posti di blocco sono stati istituiti a tutti gli ingressi della citta’ e che e’ stato vietato ai non residenti di visitarla nei giorni del passaggio della fiaccola. Le preoccupazioni piu’ serie continuano a riguardare il Tibet, a causa del gran numero di proteste anticinesi dei mesi scorsi. Dall’ India e’ giunta oggi la notizia che 50 esuli tibetani che partecipavano alla ”marcia del ritorno” e che erano intenzionati ad arrivare ai confini con la Cina nel giorno dell’ apertura delle Olimpiadi, l’ 8 agosto, sono stati arrestati.

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