L’uomo della speranza ci ricade di nuovo

No, non voglio saperlo. Che nessuno si azzardi a dire che ce l’ho con lui. Assolutamente non è vero. Però, caro speranzoso mio, così non va. Devi fare più attenzione. Ho la buona abitudine di non leggerlo. Dopo essermi sorbito i due libri  mentre recitavo il mantra “e questo mo dove vuole arrivare?”, ho deciso che sarebbe stato troppo, per me, leggere anche i blog o gli articoli del Nostro. Così, ci butto l’occhio qualche volta. Tempo fa l’ho beccato in fallo. Era da tempo che non lo leggevo, così mi sono ributtato a vedere cosa avesse scritto. Et voilà, la speranza di sbagliare ritorna. In questo pezzo, il buon speranzoso, fa cominciare le elezioni tre giorni prima, il 13 anziché il 16. Forse dipende dal fatto che lui è avanti rispetto agli altri. Oppure che subisce il fuso orario cinese. Chissà. Per carità, l’errore è possibile, è di tutti. Ma dai grandi, sono cose che non ci si aspetta, quindi… Nei giorni scorsi, anche il suo giornale aveva subito il suo influsso e si era dato alle notizie non vere. E’ una malattia dilagante. Ci sarà un vaccino?

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11 risposte a “L’uomo della speranza ci ricade di nuovo

  1. Santa pazienza… questo ci vuole, una santa pazienza.

  2. eh no Nello, ma allora ce l’hai con Rampini! Sono errorucci, dai.

  3. Nello, approvo che tu non lo abbia nemmeno nominato. Hai solo fatto velate allusioni all’essere! L’orribile millantatore che fa rabbrividire di rabbia tutti noi expats, residenti loro malgrado nel subcontinente indiano.

  4. L’ha messo nei TAG… 😀

  5. fnax

    E questo sarebbe un errore da rimarcare? Non c’è forse un po’ d’invidia?

  6. Nello

    Caro Fnax, non sono assolutamente invidioso di Rampini, che ho avuto anche il piacere di conoscere. L’errore forse è veniale, l’ho scritto io stesso nel post, ma è sintomo di un insieme di cose. Non so tu quanto frequenti l’India e i suoi studiosi, dei quali per intenderci io non faccio parte. Ti posso assicurare che non gode di molto credito, non tanto per una questione di invidia, ma per una questione legata a quello che scrive e dice. L’errore sulle date, lo ribadisco, è solo il sintomo di un modus operandi continuo. Il post precedente su di lui e i numerosi articoli che trovi in rete ne sono dimostrazione. Ho scoperto che c’è addirittura un sito che si occupa di Repubblica e dei suoi strafalcioni e il nostro occupa le prime posizioni. Io faccio il cronista, racconto.

  7. fnax

    Ma, sinceramente, mi aspettavo appunti più perfidi. Tu scrivi che non conosce le cose che scrive perché confonde i Giochi asiatici con quelli del Commonwealth o perché sbaglia delle date sulle elezioni? Se fai il cronista sai bene i tempi stretti con cui spesso si lavora e come nessuno sia immune dall’errore/refuso/gaffe.
    Se veramente, come tu scrivi, Rampini non capisce un tubo d’India potresti formulare critiche un po’ più di sostanza? Cosa gli si contesta tra i tuoi interlocutori? Quali analisi sbagliate?
    Sinceramente di Rampini ho buona stima, ma sono pronto a ricredermi se me ne dai motivo.

  8. Nello

    Caro Fnax, non parliamo di lanci di un’agenzia che si scrivono in tre secondi. Parliamo, nel caso dei Commonwealth Game, di un articolo uscito per un settimanale e nel secondo caso di uno uscito sul blog. La questione dei giochi è veramente grave, perchè dimostra che lui non è venuto negli ultimi anni. Chi abbia messo piede a Delhi da quattro anni a questa parte, già dall’aeroporto, dove fervono lavori, si sarà reso conto che ci sono lavori per i Commonwealth game perché c’è scritto dovunque. Non è vero che il paese non si sta organizzando, anzi, la città è un cantiere continuo. Diversa e condivisibile la critica sportiva. Proprio perché sono un cronista, io leggo e rileggo il pezzo diecimila volte per essere sicuro. Sei mai stato in India non da turista? se si allora puoi capire quello che dico. Ti faccio un solo esempio. In un passo di un suo libro prende ad esempio lo stato del Kerala come quello nel quale si risparmia meglio e più l’acqua. Sai che il Kerala è praticamente costruito sull’acqua? non a caso le sue maggiori attrazioni turistiche sono le backwaters, gli alberghi sull’acqua. Avesse parlato di uno stato desertico come il Rajasthan, posso capirlo. Io non sono il più qualificato per confutarlo,ammetto di non avere tutti gli strumenti, vivendo da soli 5 anni e scontrandomi ogni giorno con la “speranza indiana”. Ma, e ti prego di credermi, un motivo ci sarà se non ho mai sentito una sola persona, e dico una sola, all’interno della comunità italiana che vive e lavora in India, che stimasse il lavoro di Rampini. Il quale è perfetto dal punto di vista dei dati, esattissimi, ma che manca di una cosa: non poggia su una esperienza vera indiana. Io stimo tanto Rampini, scrive molto bene, ha avuto il pregio di far comunque balzare agli occhi di tutti una realtà diversa e sconosciuta. Contesto solo il modo come lo fa. Questa è la critica che faccio. Io non scrivo di Cina o di Messico, perchè non ci vivo. Scrivo di India perchè sto qua, leggo e vedo. Forse sbaglio io. Potrei anche raccontarti episodi personali, dal momento che ti ho detto l’ho conosciuto, ma mi astengo. Ti lascio con una battuta. Sai come è conosciuto nell’ambiente dei corrispondenti esteri (non solo quelli che stanno in India)? Con il soprannome di Emilio Salgari, il quale ha raccontato la tigre di Monpracem senza essere mai stato in nessuno dei luoghi nei quali si svolgevano le gesta di Sandokan. Ci sarà un motivo?

  9. fnax

    Mi sembra che ora si stia entrando più nel merito.

    Quello dei Giochi, ripeto, era un errore veniale. Non so con quale giornale collabori, che tempi ti danno per scrivere, ma non credo sarà una sorpresa per te sapere che spesso e volentieri nei quotidiani ti vengono chiesti articoli con deadline il giorno prima. Perché c’è un buco, perché si lega ad un altro avvenimento, perché ecc….

    Attaccarlo su un errore di quel tipo è – a mio modesto parere – un po’ superficiale.

    Sulla regione ok.

    Permettimi però una critica anche all’aspetto salgariano. Per scrivere di India – o di un altro paese -bisogna per forza viverci? Se succede un avvenimento in Nuova Caledonia, dove non credo ci siano corrispondenti neppure della CNN, chi lo deve scrivere a Repubblica? Sulle politiche di Obama è legittimo un commento di Sergio Romano anche se magari non è stato negli USA post Bush?
    Io credo la linea di demarcazione sia data dall’accuratezza, dall’approfondimento con fonti qualificati, non dai timbri sul passaporto.

    ciao

  10. Nello

    Caro Fnax, con questa risposta chiudo il nostro interessante dialogo, perchè non vorrei tediare i lettori. Possiamo tranquillamente continuarlo sulla mia mail che è pubblicata sul sito. Allora. Da come parli, capisco che anche tu sia un giornalista. Ti stupirà sapere che lavoro per un’agenzia di stampa, quindi i miei deadline sono di una settimana prima. La tua argomentazione sui giochi non regge, e ti spiego perchè. Se tu scrivi, ad esempio, che non hanno messo le tende in Abruzzo per i terremotati, dici una enorme fesseria, perchè chiunque vada in Abruzzo vede che ci sono le tende per i terremotati. Non interessa come e quante, ci sono. La questione dei giochi è la stessa. Lui ha scritto che l’India non si sta preparando ai giochi del Commonwealth, non sta facendo i lavori come avevano fatto i cinesi. Falso: se venivi in India vedevi con i tuoi occhi (lo vedi ancora adesso) che ci sono dovunque a Delhi lavori in corso per i giochi. Ecco perchè è un errore grave. Riguardo alla deadline, l’articolo in questione era per una rubrica fissa su un settimanale, significa che è una cosa scadenzata ogni settimana, non un evento nuovo.
    Venendo poi alla questione salgariana. Anche qui, mi dispiace, ma devo dire che sei in errore. Con il tuo ragionamento, neanche Terzani avrebbe avuto senso di esistere. E, come lui, i tanti corrispondenti esteri, inviati, e lo stesso Rampini dalla Cina. Una cosa è parlare di America o paesi europei, una cosa diversa è parlare di India. Questo è un paese che non puoi comprendere se non ci vieni, come la Cina, come alcuni sudamericani, come il medioriente. Non a caso gli studiosi, faccio solo il caso di India, vengono a trascorrere almeno una volta all’anno un periodo in questo paese per ‘sentirlo’. L’India non è asettica come gli USA. E’ un continente a se, un paese diverso, solo se ci vivi riesci a capire delel dinamiche altrimenti sconosciute. Io, infatti, e come me tanti, non scrivo di Cina o di sud America, perchè oltre a quello che leggo sui giornali, non so nulla e non saprei come decifrarlo. Una cosa poi è scrivere un articolo sulla nuova Caledonia non essendoci mai stato su un fatto di cronaca, un’altra è scrivere un libro sulla Nuova Caledonia non essendoci mai stato, ma raccontado i suoi costum,i, tradizioni, la vita, l’economia. Non credi? Se fosse come dici tu, chiunque andasse a Napoli si aspetterebbe di vedere pulcinella che per strada mangiano spaghetti, pizza e suonano il mandolino.
    Grazie ancora, ciao.

  11. Nello, scusami se aggiungo ancora qualche cosa. Caro fnax, ho avuto il dispiacere di leggere Cindia di Rampini. Mi è venuto un’attacco di mal di stomaco dalla rabbia. Ma quando la smetteremo noi italiani di fare i pagliacci e di passare per cronaca i romanzi? Il giornalismo serio è un’altra cosa. Non puoi parlare di una realtà complessa e quotidianamente drammatica come l’India. Non puoi parlare delle magnifiche sorti e progressive basandoti solo sull’autoincensamento indiano. Nello ha mille volte regione. Vai sul sito del nostro amico tuttoqua e vedrai quanto “i geni dell’informatica” la “nuova India” di cui blatera Rampini sono autentici.
    Vuole essere il nuovo Salgari? (divertente Nello!) Non c’è problema, si metta a scrivere romanzi. Non li chiami articoli o saggi!

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