Pakistan e Afghanistan insieme nella lotta al terrorismo. Lo hanno ribadito ad Islamabad il presidente afghano Hamid Karzai e quello pachistano Asif Ali Zardari, nella conferenza stampa seguita al giuramento di quest’ultimo nel diventare la prima carica dello stato islamico. Entrambi i paesi hanno dichiarato di combattere ”lo stesso male” e si sono impegnati a trovare una soluzione soprattutto nelle zone di confine, dove si registrano i maggiori problemi. Nelle aree tribali pachistane del nord ovest del paese, ai confini con l’Afghanistan, i labili confini hanno permesso negli anni l’ingresso di centinaia di migliaia di afghani, molti dei quali vicini alle posizioni di Al Qaeda e di Bin Laden. Anche per il terrorista saudita si e’ parlato piu’ volte di rifugi in Pakistan. Qui oltre ai taleban locali, si sono infiltrati molti talebani afghani, confusi tra le centinaia di migliaia di profughi, oramai alla seconda generazione, scappati prima dall’occupazione russa, poi dal regime talebano di Kabul e infine dalla guerra al terrorismo. Gli estremisti hanno trovato in molte tribu’ locali pachistane, un rifugio sicuro, dal quale coordinare operazioni sia in Pakistan che in Afghanistan, per imporre la legge islamica nell’area. Zardari ha detto a Karzai che il Pakistan intende lavorare con l’Afghanistan in ogni situazione, ”da oggi a domani il mio governo si occupera’ del problema in prospettiva regionale, lavorando con voi, insieme con voi”’. Per Karzai, che ha definito Zardari ”un amico”, Pakistan e Afghanistan sono come gemelli identici. ”E’ perche’ soffriamo degli stessi problemi provocati dallo stesso male”. Il presidente afghano ha ribadito la necessita’ di sforzi congiunti per assicurare la pace e la prosperita’ nei due paesi e nella regione. Ha detto che l’Afghanistan continuera’ a fare passi nello sradicamento del terrorismo dall’area e sosterra’ il Pakistan nei suoi sforzi nella stessa causa. Entrambi, hanno espresso la necessita’ di lavorare insieme nella lotta al terrore. Zardari ha ricordato come la sua famiglia, citando l’uccisione della moglie Benazir Bhutto, sia stata vittima del terrorismo, episodio ceh portera’ dinanzi all’ONU nella sua prossima visita. I due paesi hanno anche espresso condanna forte nei confronti delle vittime civili. ”E’ un argomento molto serio e non potra’ essere tollerato in Afghanistan e in Pakistan”, ha detto Karzai, che ha spiegato che i due presidenti hanno deciso di approfondire l’argomento per trovare una linea di condotta univoca. Pur continuando a supportare la Nato, Karzai ha detto che ”diciamo no alle morti civili, siamo dedicati alla lotta al terrorismo perche’ porta sicurezza e garanzie al nostro popolo”. Sull’argomento Zardari ha respinto l’accusa secondo la quale il suo governo non avrebbe preso posizioni nei confronti degli USA e della NATO rispetto alle incursioni nel territorio pachistano e alle vittime civili, spiegando come Islamabad ha protestato con i vertici americani a diversi livelli. ”La presenza delle forze americane in Afgnahistan – ha detto Zardari – e’ in accordo con la carta dell’ONU”, ribadendo che ”neanche un centimetro del territorio pachistano cadra’ nelle mani dei miscredenti”, alludendo all’azione dell’esercito pachistano nelle aree tribali del nord ovest. Il problema delle vittime civili preoccupa anche la Nato che ha ammesso oggi di aver modificato le regole di ingaggio dopo i tanti episodi avvenuti. Anche la Francia ha espresso il suo rammarico per la perdita di civili al confine afghano-pachistano, che minerebbe anche gli sforzi internazionali nell’area. Pur non citando mai gli Usa, Eric Chevallier, portavoce del ministro degli esteri francese, secondo quanto riporta on line il giornale pachistano The News, ha detto che le incursioni ”non solo creano tragedie umane, ma la situazione ha anche effetti controproducenti nelle dinamiche politiche che vogliamo vedere, che significa partnership tra Afghanistan, Pakistan e la comunita’ internazionale. Secondo Chevallier, bombardamenti come quelli che hanno colpito le zone tribali pachistane, ”creano sofferenza nella popolazione civile e problemi nel cercare di raggiungere un compromesso e l’accettazione da parte di queste popolazioni nei confroti della presenza internazionale nella regione”. Il presidente americano George W. Bush non ha voluto mancare di dare la sua benedizione all’insediamento di Zardari e all’annunciata collaborazione con Kabul: in una telefonata gli ha assicurato “il sostegno totale del governo americano nell’impegno del Pakistan contro i terroristi e gli estremisti”.
Conferenza stampa congiunta Zardari-Karzai, insieme contro il terrorismo
Archiviato in Diario dal subcontinente
aspettiamo di vedere quello che fa lo jellatissimo Nepal. Da sempre odia l’India, ma gli conviene?